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Prestiti 2012. Intesa Sanpaolo: “Ecco perché rilanciamo” OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Il mercato prestiti va male, si sa. Ma nonostante questo Intesa Sanpaolo ha appena lanciato una doppia offerta sui propri prodotti retail. Come mai? Cosa sta accadendo al settore? Luciano Ambrosone, responsabile Prodotti di Impiego della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, fa il punto della situazione e racconta a Of qualche chicca sui sistemi di scoring adottati

Prestiti 2012. Intesa Sanpaolo: “Ecco perché rilanciamo”

Ha da poco lanciato una promozione sui prestiti personali. È a tempo determinato, è valida fino alla fine di giugno 2012. E ha un tasso di interesse che resta fisso per tutta la durata del piano di rimborso e pari all’8,49%. Intesa Sanpaolo, la banca numero uno in Italia, inoltre, pensa ai giovani con il Prestito Superflash, sempre promozionale, per chi ha meno di 35 anni. Superflash ha un tasso fisso del 7,49%, il secondo più basso sul mercato. Che vale all’istituto di credito il secondo gradino del podio nella top ten di Of 2012.
Luciano Ambrosone, responsabile Prodotti di Impiego della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, fa il punto sulla situazione del mercato odierno. Spiega come sta andando il settore, cos’è cambiato nell’ultimo anno, e come cambia l’offerta di conseguenza. E svela anche come funziona lo scoring di banche e finanziarie.

Of: Il mercato continua a non andare bene…
Ambrosone: È vero. C’è una contrazione da inizio anno, soprattutto per quanto riguarda i primi due mesi che hanno fatto registrare un -10% rispetto al pari periodo del 2011. Ne risentono in particolare i prestiti personali, ma anche i finalizzati e la cessione del quinto.

Of: E voi?
Ambrosone: Noi stiamo performando abbastanza bene.

Of: Cosa c’è dietro questa crisi?
Ambrosone: La riduzione va a sommarsi a quella registrata già negli anni precedenti. Nel 2008 i prestiti per la clientela retail avevano raggiunto la soglia dei 60,7 miliardi di euro di erogazioni. Dal 2008 in avanti la contrazione è stata continua, tanto che, nel 2011, le erogazioni hanno raggiunto un massimo di 51,7 miliardi.

Of: Crolla la domanda o manca l’offerta?
Ambrosone: È aumentata la percezione del rischio da parte delle famiglie. La fiducia nel sistema bancario è venuta meno, e si chiede meno credito. La domanda quindi cala. Ma mi lasci dire che il problema è un altro.

Of: E cioè?
Ambrosone: Guardi. Il debito delle famiglie italiane, in confronto con il reddito è rimasto sostanzialmente invariato. Ed è tra i più bassi d’Europa, intorno al 66%. Contro il 99%.

Of: Ma se il confronto debito/reddito è rimasto stabile, questo significa che ci si indebita di meno perché ci sono meno soldi?
Ambrosone: E’ così. Per molte famiglie questo non è il periodo per fare determinate scelte d’acquisto, magari importanti. Mentre chi richiede un finanziamento lo fa in modalità un po’ differenti rispetto a qualche mese fa.

Of: Cioè le caratteristiche del prestito-tipo sono mutate?
Ambrosone: Il capitale medio richiesto a prestito è rimasto pressoché invariato, intorno ai 12-13.000 euro. La durata, invece, si è leggermente allungata, arrivando ad una media di 60 mesi. In realtà, l’allungamento della vita di un finanziamento era un trend che iniziava a rendersi evidente anche negli anni scorsi. E a mio avviso non è una cosa necessariamente negativa.

Of: Mi spieghi meglio…
Ambrosone: Grazie alle opzioni di flessibilità di cui sono corredati molti dei finanziamenti odierni, compresi quelli di Intesa Sanpaolo, è possibile saltare una o più rate nel corso del piano di ammortamento, allungando di conseguenza anche la durata del prestito. In più, è anche possibile estinguere anticipatamente tutto il debito senza incorrere in penali eccessive. I finanziamenti diventano più flessibili, e la durata non è più una variabile fondamentale considerata dai sottoscrittori.

---- Of: E cos’è fondamentale, a questo punto: il tasso?
Ambrosone: Le condizioni economiche sono importanti ma visto il taglio medio dei prestiti non è una piccola differenza di tasso che fa la differenza. La novità è che la rata è il vero punto di forza e l’elemento che viene valutato con attenzione dalle famiglie. Si guarda il Tan e il Taeg ma, alla fine è fondamentale che la spesa mensile effettiva sia coerente con le proprie capacità di rimborso. Si cerca di ottimizzare la rata in base ai propri redditi anche, come dicevo prima, allungando la durata di rimborso.

Of: Però anche dal lato offerta non va meglio. Lo scoring diventa un problema e i clienti lamentano che non è facile ottenere finanziamenti…
Ambrosone: L’offerta c’è, ma ovviamente è necessario che i clienti potenziali rispettino determinate caratteristiche per ottenere credito. Per questo le banche, così come le finanziarie, utilizzano modelli di scoring sofisticati che hanno il compito di valutare il rischio potenziale di ciascun richiedente.

Of: In che modo?
Ambrosone: Mentre in tempi passati ci si basava solo sulla conoscenza personale del cliente oggi, per valutare la concessione del finanziamento, si utilizzano moduli statistici che prendono in considerazione diverse variabili allo scopo di fornire una previsione il più possibile attendibile della probabilità di insolvenza del cliente.

Of: Quali variabili?
Ambrosone: Generalmente i fattori analizzati sono di tre tipi. Ma variano molto a seconda dei modelli adottati dai vari operatori. Cioè è diverso l’approccio tra banche e finanziarie.

Of: Iniziamo con le banche…
Come prima cosa vengono considerate le variabili socio-demografiche: che tipo di lavoro, da quanto tempo, composizione del nucleo famigliare, numero di percettori di reddito, anzianità di relazione con la banca…

Of: Poi?
Ambrosone: Si valutano i fattori comportamentali, quelli cioè più strettamente connessi con il merito creditizio di ciascun cliente. Si analizza, in particolare, la storia creditizia di finanziamenti pregressi e se sono stati sempre onorati con puntualità. Infine si valuta il rapporto rata-reddito. Anzi, il rapporto tra gli impegni complessivi del nucleo famigliare e il reddito mensile netto, che non deve superare una determinata percentuale in genere pari al 30-33%.

Of: E alla fine il sistema di scoring…
Ambrosone: Una volta che sono state inserite tutte queste informazioni il sistema di scoring elabora una classificazione, cioè inserisce il richiedente in una delle numerose classificazioni esistenti. Ad ognuna ovviamente corrisponde una diversa probabilità di default. In base a dove il cliente che richiede il finanziamento si classifica si decide se concedere o meno il finanziamento ed, eventualmente, a quale prezzo concederlo.

Of: Ok. Cosa fanno invece le finanziarie?
Ambrosone: Le informazioni elaborate sono più o meno le stesse per tutti gli operatori, ma possono cambiare i pesi dati a ognuna di queste.

Of: Mi faccia un esempio…
Ambrosone: Le banche, che detengono relazioni con la clientela non solo per i bisogni di finanziamento ma anche per i bisogni di gestione del risparmio e i bisogni transazionali, possono valorizzare questa relazione e queste informazioni. Ci si basa sempre sulle elaborazioni statistiche che, però, vengono pesate e integrate con questi ulteriori elementi.

---- Of: Dalla nostra indagine è emerso che i sistemi di scoring danno un punteggio anche su base territoriale: cioè in alcune regioni si paga di più. Questo è l’approccio delle finanziarie?
Ambrosone: I modelli di scoring possono prendere in considerazione tutto ciò che è già conosciuto e che contribuisce a tratteggiare la performance di un portafoglio con una certa significatività statistica. Se, per esempio, dall’analisi statistica dei dati emergesse una forte e generalizzata correlazione tra il rischio di credito e una particolare regione, un determinato canale di vendita, un determinato target di clientela, ecc. i modelli potrebbero tenerne conto per offrire un quadro il più oggettivo possibile in termini di probabilità di default.

Of: Un po’ come avviene per la Rca…
Ambrosone: Proprio così. Nel settore dei finanziamenti in realtà non c’è questa grande differenza a livello territoriale e nel caso della nostra banca non c’è affatto ma, come lei ha giustamente notato, le tariffe RC Auto variano tantissimo da regione a regione a prescindere dal merito creditizio della persona singola che la richiede.

Of: Cioè si applicano prezzi diversi da regione a regione?
Ambrosone: Nel caso della polizza Auto sì, addirittura da provincia a provincia e in alcuni casi da microzona a microzona della stessa città. Nei prestiti, in realtà, i modi per ridurre il rischio sono molteplici e non riguardano solo la leva del prezzo. Si possono chiedere garanzie accessorie, magari fideiussioni, agire sull’importo erogato oppure offrire prodotto con maggiori garanzie come la cessione del quinto.

Of: Perché voi non lo fate? Nel vostro modello c’è comunque la variabile “regione”, eppure i prezzi sono uguali…
Ambrosone: Non ce n’è bisogno, il tasso annuo nominale applicato ai nostri finanziamenti è uguale in tutta Italia, da nord a sud, ed è quello che è riportato anche nella nostra pagina web. Questo perché la storia passata ci insegna che non ci sono ragioni per fare distinzioni se i criteri di selezione sono applicati correttamente e ci si basa su un reciproco rapporto di fiducia duraturo.

Of: Quindi tutte le regioni hanno lo stesso livello di rischiosità?
Ambrosone: Più o meno sì, anche perché una banca come la nostra può contare su una conoscenza diretta che spesso si estende a tutto il nucleo famigliare.

Of: E poi ci sono anche alcuni modelli di scoring che valutano l’azienda o il settore lavorativo di appartenenza…
Ambrosone: Sì ma sono utilizzati per lo più per i prestiti in modalità cessione del quinto. Questo particolare tipo di prestito, infatti, prevede una polizza assicurativa obbligatoria a protezione del finanziamento che tuteli in caso di perdita del lavoro e morte. È chiaro dunque che, al momento della richiesta, sia la stessa compagnia assicurativa a valutare la solidità del datore di lavoro. Anche perché poi sarà la compagnia a dover coprire il prestito alla banca in caso di disoccupazione.

Of: Dunque la banca è sempre coperta…
Ambrosone: Sì, in effetti questo prestito è un prodotto a basso rischio di credito che, grazie a una serie di importanti interventi regolamentari, negli ultimi tempi sta finalmente evolvendo verso una fase di maggiore maturità.

Of: In che senso?
Ambrosone: Nel corso degli anni la cessione del quinto si è ritagliata una “fama” di prodotto per persone con scarso merito creditizio (ad esempio già indebitate ai limiti della sostenibilità) che altrimenti non avrebbero in nessun modo avuto i requisiti sufficienti per ottenere un finanziamento. L’unico requisito richiesto, infatti, era il lavoro. Oggi, con l’attenzione al tema del credito responsabile e con una serie di opportuni interventi regolamentari il prodotto sta assumendo una nuova dignità di prodotto di finanziamento sicuro innanzitutto per il debitore e per la sua famiglia, accessibile e più economico rispetto ad altre forme di prestito.

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