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Lecce (Intesa Sanpaolo):

SOMMARIO

Si chiude una decade terribile per le banche. Segnata da un calo dei guadagni nelle attività tradizionali e da una crescita non abbastanza forte di quelli provenienti dalla vendita di nuovi prodotti e servizi. Cosa dovrà accadere ora lo spiega Andrea Lecce, Responsabile Direzione Sales & Marketing Privati e Aziende Retail di Intesa Sanpaolo. Che svela anche perché la prima banca italiana è andata in controtendenza durante gli anni della crisi

Lecce (Intesa Sanpaolo): "Così sarà la banca del futuro" (prima parte)

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Le trimestrali in arrivo in questi giorni, alcune buone, altre ottime, altre ancora strepitose, chiudono, apponendo la parola fine, una decade terribile per le banche italiane. Soprattutto sul fronte della redditività del business. Ce ne siamo accorti perché i conti correnti hanno aumentato buona parte delle voci di costo, da un lato, e hanno smesso di offrire un rendimento dall’altro. I mutui e i prestiti hanno tassi di interesse sempre prossimi all’uno virgola qualcosa (a volte anche meno). E i conti di deposito sono quasi del tutto spariti dalla circolazione. Tanto che persino le banche online, che di questi prodotti avevano fatto il cavallo di battaglia, hanno dovuto rivedere in parte la loro strategia.

Cosa è successo lo ha spiegato, con i dati di OFPowerView Analytics, la piattaforma di OF Osservatorio Finanziario specializzata nell’analisi aggregata dei bilanci, Roberto Ferulano nel suo editoriale apparso a settembre su La Bussola Retail.

Per sintetizzare al massimo, si può affermare che le banche oggi guadagnano meno dai prestiti (cioè dalla loro attività tradizionale) e sempre più dalla vendita di altri prodotti e servizi collaterali, come assicurazioni e prodotti di risparmio e investimento. Senza però che questi ultimi, in generale, colmino del tutto il calo di redditività generato dai primi.

E allora è tempo di chiedersi, cosa accadrà dopo la decade terribile? Bisogna ritornare a puntare sulle attività tradizionali, oppure continuare a diversificare sempre più il business? OF-Osservatorio Finanziario lo ha chiesto ad Andrea Lecce (foto in alto), Responsabile Direzione Sales & Marketing Privati e Aziende Retail di Intesa Sanpaolo. Osservatorio privilegiato per il ruolo che l’istituto gioca in Italia e in Europa. E perché la banca guidata da Carlo Messina è quella che, diversificando più di qualunque altra, esce, in controtendenza con numeri sorprendenti, dalla decade delle paure.

OF: 2010/2020: è stata una decade difficile per le banche.
Lecce: Gli ultimi dieci anni sono stati un tempo difficilissimo, per le banche e non solo. Abbiamo avuto la crisi finanziaria ed economica più grave dal dopoguerra ad oggi. E senza esserne del tutto usciti, nel frattempo abbiamo avuto l’emergenza sanitaria più grave dall’influenza spagnola ad oggi. Le banche si sono trovate ad affrontare sfide quasi inconciliabili tra loro: dare liquidità e supporto a imprese e famiglie per proteggere l’economia reale; mantenere la qualità degli asset, quando era fisiologico l’aumento dei crediti deteriorati; mantenere la redditività, mentre gli stimoli monetari hanno abbattuto i tassi. Ma occorre fare una precisazione.

OF: In che senso?
Lecce: Questo che abbiamo illustrato è il trend generale. La nostra esperienza è tutto l’opposto. In una decade del genere, Intesa Sanpaolo ha visto ricavi in crescita, record di utili e ampia distribuzione di dividendi. E i finanziamenti alle imprese sono aumentati significativamente. Nella prima metà dell’anno abbiamo erogato 37,4 miliardi di euro a medio-lungo alle famiglie e imprese italiane.

OF: Di fatto la banca ha parzialmente chiuso i rubinetti del credito…
Lecce: In realtà, il settore dei finanziamenti non si è fermato. Le banche stanno continuando a dare supporto all’economia reale. I mutui, infatti, sono in fortissima ripresa. E questo lo abbiamo iniziato a intravedere già da settembre 2020, non appena è terminata la fase più acuta della pandemia. Stanno ripartendo anche i prestiti per il credito al consumo. E i finanziamenti alle imprese sono aumentati in modo significativo, anche grazie alle garanzie fornite a livello governativo.

OF: Ma una banca guadagna ancora da mutui e prestiti?
Lecce: Assolutamente sì. I mutui restano un’area redditizia che continua a dare risultati positivi, non a caso negli ultimi anni sono cresciuti in modo importante.
Certo, c’è un effetto prezzo che incide sui margini. Ma la competizione va guardata come elemento positivo, perché migliora l’offerta e quindi, appunto, l’impatto positivo sulle famiglie. Non dimentichiamo che i mutui e i prestiti hanno anche una valenza sociale. Servono a sostenere progetti fondamentali per costruire la vita di milioni di famiglie. Rispondono a esigenze progettuali primarie, come la casa. Al tempo stesso, per tutelare la qualità del credito abbiamo affinato la nostra capacità di selezione e questo ci permette di offrire al cliente condizioni ancora più vantaggiose. Il fatto che siamo più bravi a selezionare ha aperto il mercato anziché chiuderlo.

OF: Quindi ci sarà un’inversione di tendenza quando i tassi torneranno a salire?
Lecce: Come abbiamo visto, lato offerta i tassi bassi hanno aumentato la competizione e lato domanda hanno favorito la crescita. Non è prevedibile il momento esatto in cui torneranno a salire, ci aspettiamo lo facciano in modo graduale, basta vedere i forecast sui tassi a medio lungo. Ma questo conta fino a un certo punto.

OF: Perché?
Lecce: Per due motivi. Il primo è che si parte da livelli talmente bassi che l’impatto sui mutui per molto tempo potrà rimanere contenuto (ancor più quello sui prestiti, che hanno una domanda meno elastica al prezzo). Il secondo motivo è che la risalita dei tassi sarà proporzionale al miglioramento delle condizioni economiche, che a sua volta darà spinta ai volumi.

OF: L’altro elemento che emerge dall’analisi del decennio è che la componente commissionale, cioè i ricavi da servizi di gestione, intermediazione e consulenza, ma anche da servizi bancomat e carte di credito, è cresciuta, mentre gli interessi sui finanziamenti calavano. È questo il futuro della banca?
Lecce: La componente commissionale ha ovviamente una grande potenzialità per il futuro, ma dev’essere vista in un orizzonte più ampio: il futuro della banca è far crescere la consapevolezza dei propri clienti. Questo consente di offrire servizi a grande valore aggiunto, la spinta sulle commissioni ha senso se è figlia di questa visione. Il modello della Banca Assicurazione può consentire a milioni di clienti di informarsi con facilità e capire come proteggersi in base alla propria situazione familiare. E in uno scenario di inflazione intorno al 3%, le famiglie hanno bisogno di capire come difendere il valore dei propri risparmi.

OF: Da inizio anno, infatti, è anche tornata l’inflazione…
Lecce: ...e ciò significa che il valore reale dei soldi si è ridotto. E quindi anche per i clienti, e non solo per il conto economico del singolo istituto di credito, sarà indispensabile avvicinarsi al risparmio. E questo, potrà essere potenzialmente un elemento positivo anche dal punto di vista delle commissioni.

OF: Quindi ancora crescita per la parte investimenti. Quale sarà allora il futuro per mutui, prestiti e conti nel breve periodo?
Lecce: Tutte le aree di attività che ci hanno visto protagonisti finora, dalla componente di wealth managment e protection a quella dei finanziamenti, continueranno a dare un contributo fondamentale al conto economico. Il credito resta centrale: infatti continuiamo a investirci. Per i mutui abbiamo aumentato di molto l’accessibilità, soprattutto per i giovani. Per i prestiti, così come per i conti, abbiamo lavorato sull’offerta e l’esperienza digitale. Oltre 100.000 clienti hanno richiesto nei primi 9 mesi dell’anno forme di prestito dalla nostra App ottenendoli in tempo reale.

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