SOMMARIO
Un pensiero inizia a farsi strada: mollare tutto e cominciare una nuova vita oltre i confini italiani. La prima regola è: vietato partire allo sbaraglio. La seconda: informarsi al meglio. Dove? Presso agenzie, siti e istituzioni. Alessandro Castagna, fondatore del sito Voglio vivere così, spiega a Of quali sono le prime considerazioni e i primi fondamentali step da affrontare, se si vuole abbondare l’Italia. E, avverte, un viaggio di avanscoperta è fondamentale, ma attenzione a cosa diranno gli europei espatriati che si incontreranno…
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Italia addio. Sono 400.000, su un totale di 4 milioni di connazionali, i pensionati italiani che hanno deciso di vivere all’estero. Per il caro vita, per le tasse e per vivere in modo più dignitoso, senza grandi rinunce e angoscianti preoccupazioni.
Dopo aver raccontato le storie di chi l’ha fatto veramente (Fare il pensionato all’estero e vivere alla grande) e aver approfondito pro e contro di 10 gettonati paesi (Fuga dall’Italia. Vantaggi e svantaggi di 10 mete dove vivere alla grande), Of torna sull’argomento per fare luce su quali siano i primi, fondamentali, passi da muovere quando prende piede l’idea di trasferirsi all’estero.
E lo fa con l’aiuto di Alessandro Castagna, protagonista lui stesso di una scelta simile e fondatore, sette anni fa, del sito Voglio vivere così, il portale dove trovare stimoli e consigli, che ha visto, dall’inasprimento della crisi economica, moltiplicare i suoi accessi. Segno che qualcosa sta cambiando.
Of: Scappare all’estero: come si pianifica la fuga?
Castagna: Senza farsi prendere dall’ansia di fare tutto di corsa! E raccogliendo con intelligenza un numero di informazioni che sia il più ampio possibile. Successivamente pianificando con cura anche i minimi dettagli.
Of: A chi rivolgersi?
Castagna: La prima risorsa sono i parenti e gli amici che hanno già intrapreso questa strada. Da loro si avrà un supporto pratico oltre che emotivo.
Of: Quanto influisce, nella scelta del trasferimento, avere già delle conoscenze che risiedono in un determinato paese?
Castagna: Può essere un elemento determinante, che sarà di grande aiuto durante i primi tempi: saranno loro a indirizzarti, dirti come muoverti e come sbrigare le faccende burocratiche.
Of: Lasciati da parte i parenti, dove reperire le informazioni? Esistono agenzie di consulenza ad hoc?
Castagna: Sì, certo. Ci sono agenzie che propongono vari servizi di consulenza, anche se, ma è un personale parere, un’ipotetica agenzia perfetta ancora non esiste…
Of: Cioè?
Castagna: Mi immagino un'agenzia in grado di offrire un servizio completo, diviso in tre segmenti a seconda delle esigenze del cliente. Un primo pacchetto riguarda il mondo lavorativo, spaziando dal come preparare un curriculum nel paese in questione, a come svolgere i colloqui in loco, a quale visto occorre assicurarsi; un secondo pacchetto sarà costruito appositamente per i pensionati, soddisfando richieste ed esigenze che si portano dietro; infine una terza offerta riguarderà il “fare impresa” e tutto l’universo coinvolto quando si parla di aprire un’attività all’estero. Inoltre mi viene da fare una considerazione…
Of: Prego…
Castagna: La maggior parte delle agenzie offre consulenza generale, su tutti i paesi indistintamente, quando secondo me sarebbe positivo avere agenzie specializzate in un determinato paese, in grado di costruirsi reputazione e credibilità verso un vasto pubblico.
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Of: Parlando di quelle presenti, può farmi qualche nome di agenzia italiana?
Castagna: È recentissima T-Island di Alberto Forchielli, una sorta di ufficio di collocamento per giovani talentuosi che vogliono trovare lavoro all’estero, supportandoli nella ricerca di un’occupazione, ma anche dell’alloggio e nell’affrontare pratiche burocratiche. Ci sono poi i Servizi europei per l’impiego, Eures, che favoriscono la libera circolazione dei lavoratori all’interno dell’Unione, Svizzera compresa, e assistono sia i datori di lavoro che intendono assumere lavoratori stranieri, sia chi è alla ricerca di un’occupazione al di là delle proprie frontiere nazionali. È invece nata nel 2008 Hexedes, di Erica Breveglieri, che offre un servizio di consulenza abbastanza generale, dal lavoro, allo studio, all’avviare un’attività.
Of: Sono servizi che si pagano?
Castagna: Diciamo che la consulenza preliminare è fornita gratuitamente, poi nel momento in cui si rilascia una prestazione, allora si pagherà una tariffa, ma non saprei dare un valore esatto. Varia da agenzia a agenzia.
Of: Esistono le brutte sorprese?
Castagna: Purtroppo sì. Il consiglio che mi sento di dare è di diffidare da chi è frettoloso e parla subito di compensi. La consulenza iniziale dovrebbe essere gratuita, e comunque mai pagare in anticipo se prima non si è ricevuto il servizio richiesto. E farei sempre una ricerca approfondita sull’agenzia a cui ci si vuole rivolgere, per capire se e quanto è affidabile.
Of: È consigliabile sentire anche i pareri dei locali?
Castagna: Certamente, ma attenzione. A volte le fregature arrivano dagli stessi europei, anche italiani, residenti all’estero…
Of: Cioè?
Castagna: Molti di loro si trovano impiegati nel settore immobiliare e pur di vendere e avere un profitto, vi convinceranno che il paese in questione ha solo aspetti positivi ed è il migliore del mondo, e probabilmente saranno anche schivi e vaghi sul darvi le giuste informazioni sull’agenzia. Prendete quindi in esame un numero ampio di fonti.
Of: Quando si parla di lasciare il paese, emerge un nuovo protagonista. È in età da pensione, tra i 50 e i 65 anni, e ricerca una meta dove vivere dignitosamente, spendendo poco. Cosa deve fare di più, o di meno, un pensionato rispetto a individui più giovani che ricercano all’estero lavoro e carriera?
Castagna: Anche in questo caso è fondamentale partire dalla raccolta di informazioni. Ma in più direi di capire se le condizioni climatiche sono quelle che maggiormente si adattano a noi, fare ricerca sulla qualità del sistema sanitario locale e sulle possibili assicurazioni private.
Of: Quali sono gli elementi che un pensionato ricerca nella “meta perfetta”, oltre a clima e sanità?
Castagna: Senza dubbio il costo della vita, se la pensione non prevede grosse cifre. Ma anche la vicinanza, o meno, da casa.
Of: Il suo sito lo conferma?
Castagna: Si. Spessissimo ci chiedono suggerimenti su dove vivere bene con 800/1000 euro al mese.
Of: Esistono agenzie ad hoc per la fascia pensionati?
Castagna: Ne conosco una molto seria che abbiamo intervistato da poco, competente alla Tunisia, un paese peraltro molto vantaggioso se lo si sceglie come meta post pensionamento. È l'agenzia Case in Tunisia di Roberto Fortino, specializzata soprattutto nella vendita di immobili.
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Of: Tornando al reperimento di informazioni, si può fare affidamento sulle istituzioni?
Castagna: Si, ma hanno un carattere più statistico e di ricerca. Penso a Inps, per le direttive su come percepire la pensione all’estero; Aire, l’anagrafe degli italiani residenti oltre i confini nazionali, in grado di fornire i numeri precisi sulla comunità italiana nei paesi stranieri; e Fondazione Migrantes, organismo pastorale della CEI, che annualmente pubblica report con trend e statistiche sull’emigrazione. Comunque non esiste un organo in grado di offrire una completa consulenza e a mio parere è un fatto abbastanza preoccupante, considerato che sono ben 4 milioni gli italiani che hanno lasciato il paese. L’informazione andrebbe incrementata, anche perché reperire info valide può mostrarsi più difficile del previsto.
Of: Oltre a istituzioni e agenzie ci sono anche i siti…
Castagna: Ovviamente. Uno molto buono è Italiansinfuga.com di Aldo Mencaraglia e poi c’è il mio, Voglio vivere così, che oltre a fornire informazioni di vario genere sul tema, racconta anche le storie di chi ha iniziato una nuova vita fuori dall’Italia…
Of: Quando è nata l’idea?
Castagna: Sette anni fa. All’epoca possedevo una società che importava gioielli etnici da tutto il mondo e mi trovavo spesso in viaggio. In ogni paese straniero incontravo un italiano espatriato, al che ho iniziato a fantasticare su quanto sarebbe stato interessante raccontare le loro storie. E così ho aperto il sito, iniziando a riportare le storie di tre amici, trasferitisi in Estonia, Brasile e Scozia.
Of: Poi?
Castagna: Poi il portale si è ampliato sempre più. Nei periodi di punta registriamo oltre 10.000 ingressi unici al giorno e riceviamo centinaia di mail, tra richieste e suggerimenti. Ed è ormai diventato una community, dove gli utenti espatriati mettono a disposizione i propri contatti mail, per essere reperiti da chi è interessato a recarsi nel paese in cui si trovano. Oggi mi ci dedico completamente. E ho preso alla lettera il mantra del sito: trascorro la maggior parte dell’anno a Maiorca, una terra che amo, e da cui gestisco il mio lavoro.
Of: Ma fare tutto da soli è possibile?
Castagna: Si, basta approfondire ogni singola voce ed eliminare l’idea di partire allo sbaraglio. Conosco un ragazzo che aveva deciso di trasferirsi in Australia per trovare un lavoro, ma dopo 3 mesi di ricerca ancora niente. Un incontro con un connazionale chiarisce il perchè: il suo curriculum riportava un modello europeo. Ne cambia la struttura e trova un impiego dopo appena sette giorni.
Of: La morale è che bisogna informarsi anche a seconda del progetto che si ha in mente…
Castagna: Esatto. Se ad esempio le intenzioni sono quelle di aprire un’azienda, sarà necessario parlare con gli imprenditori locali, capire quanto e quando si lavora, i settori emergenti e conoscere i ritmi lavorativi.
Of: Come farsi un’idea più precisa sulla meta verso la quale si è orientati?
Castagna: Partendo e vedendo con i propri occhi. Per un periodo di avanscoperta di minimo quattro mesi. Con uno spirito da esploratore: curioso, aperto, ma critico. Riconoscendo i propri limiti: non tutti abbiamo lo stesso spirito di adattamento e non tutti siamo disposti a fare determinate rinunce.
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Of: Cioè?
Castagna: C’è chi non sopporta il caldo dei Caraibi 365 giorni l’anno e chi, qualcuno di mia conoscenza, è rimpatriato dopo un anno in Brasile, esasperato da ritmi lavorativi totalmente diversi: era routine vedersi saltare un appuntamento, per l’assenza o il ritardo del cliente.
Of: Il famoso risvolto della medaglia…
Castagna: Esatto, ma sono lati che si possono cogliere soltanto con un viaggio di “sopralluogo” in grado di toccare con mano la realtà locale. Conoscere il clima nello trascorrere delle stagioni, gli stili di vita, la mentalità degli abitanti. Ma anche, se si vuole aprire un’attività, identificare la risorsa su cui puntare. E capire a quali rinunce si andrà incontro e se si sarà in grado di accettarle.
Of: Rinunce come…?
Castagna: Molti soffrono la scarsa o assente offerta culturale. In Italia abbiamo arte, musei, teatri e un’opportunità infinita di attività ricreative. È importante quindi non partire avventati, ma lasciarsi una porta aperta per l’Italia: essere consapevoli che il luogo può essere incompatibile con il nostro spirito e le nostre esigenze.
Of: Quali altre difficoltà si mostrano con più frequenza?
Castagna: La lontananza dagli affetti, la lingua e le usanze. Conosco ad esempio delle donne che in Kuwait si sono sentite a disagio, situazione estranea a Marocco e Tunisia dove si trova una comunità consistente di italiani, perché sono luoghi più aperti e “occidentalizzati”, a differenza dell’Egitto, che appare più “arretrato”. Poi, come detto prima, un altro ostacolo proviene dalle differenti modalità lavorative. Una persona di mia conoscenza prevedeva di aprire un’attività in Kenya in un anno, mentre sulla carta ne sono occorsi ben due, a causa di una manodopera molto lenta. Il tutto comunque è sempre molto soggettivo, ci tengo a sottolinearlo.
Of: Facendo un bilancio, sono di più le esperienze positive o quelle negative?
Castagna: Certamente quelle a lieto fine. Anche perché se si parte informati, preparati, e con lo spirito giusto, ovvero con progetti e voglia di ricominciare a prescindere dall’età, è difficile uscirne totalmente delusi.
Of: Da cosa nasce secondo lei la volontà del cambiamento?
Castagna: Dalla mancanza di prospettive per i giovani e dall’impossibilità per i pensionati di far fronte, con la pensione che percepiscono, a spese anche ordinarie. Persone, che tra l’altro rappresentano il pubblico più forte del mio sito, che vogliono mettersi in gioco, stanchi e logori della mancanza di risposte concrete a cui l’Italia li ha abituati. D’altronde è da questo stato d’animo che ha preso spunto il nome del mio sito, Voglioviverecosì. È un'evocazione propositiva, che trasmette la volontà di non subire passivamente una condizione, ma di realizzarsi, seguendo passioni, talenti, progetti e sogni.
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