SOMMARIO
Uno dei comparti meglio attrezzati a offrire rendimenti superiori alla media, nel segmento azionario, è quello delle società farmaceutiche. Aziende in grado di offrire guadagni in conto capitale ma anche di fruttare un rendimento per dividendi, che per le maggiori case globali è compreso fra il 2 e il 3% annuo. Secondo gli analisti nei prossimi cinque anni il rendimento (guadagno in conto capitale e dividendi) del comparto potrebbe mantenersi a doppia cifra, così come è stato negli ultimi tempi. Se si punta su…
Long Life 2015/ Azioni. È tempo di puntare sulle farmaceutiche
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Abbiamo visto che i rendimenti di lungo periodo delle obbligazioni, e in parte anche dei mercati azionari, nei prossimi cinque-dieci anni saranno inferiori alle medie storiche. Un modo per sfuggire a questo scenario consiste nel diversificare maggiormente il portafoglio e nell'assumere rischi più elevati. Un'altra soluzione punta su quei titoli e settori caratterizzati da una crescita di lungo periodo più alta della media e di conseguenza in grado di portare agli investitori performance in grado di battere la media di mercato.
Uno dei comparti meglio attrezzati a offrire rendimenti superiori alla media del listino, nel segmento azionario, è quello delle società farmaceutiche. Aziende in grado di offrire guadagni significativi in conto capitale ma anche di fruttare un rendimento per dividendi interessante, che per le maggiori case farmaceutiche globali è compreso fra il 2 e il 3% annuo. Secondo gli analisti nei prossimi cinque anni (e forse anche oltre questo orizzonte) il rendimento total return – guadagno in conto capitale e dividendi – del comparto farmaceutico potrebbe mantenersi a doppia cifra, così come è stato negli ultimi dieci anni.
I numeri
I risultati di borsa di medio periodo del comparto farmaceutico sono impressionanti. La performance a cinque anni dell'indice globale S&PGlobal 1200 Healthcare Index che raccoglie le principali società mondiali del settore ha registrato in cinque anni un andamento del +105,9% (dati al 2 marzo 2015), con un +83,8% a tre anni e un rialzo del 26,35% negli ultimi 12 mesi. Un trend dalle caratteristiche stabili, come si vede. Anche il paniere europeo delle aziende farmaceutiche è in linea con questa tendenza. A cinque anni l'indice Stoxx 600 Healthcare ha registrato un incremento del 110,6%; in 12 mesi questo paniere ha fatto il 26,3% complice il forte rialzo di queste ultime settimane di tutte le borse europee a causa delle aspettative sulle mosse della Bce (quantitative easing).
Nel vasto universo del mondo della salute c'è poi un segmento ad alto rischio e altissima volatilità che ha registrato perfomance ancora superiori, doppie rispetto al resto del comparto “healthcare”. Si tratta delle società del biotech, quelle piccole (o medie) aziende attivissime nella ricerca di nuovi farmaci che quando fanno boom individuando un nuovo principio attivo efficace nella cura di gravi malattie moltiplicano di molte volte il proprio valore di borsa, mentre se falliscono perdono miseramente percentuali importanti della loro capitalizzazione. L'indice S&P biotechnology, concentrato sulle società biotech Usa ha registrato in cinque anni una performance del 261%, in tre anni del 179,45 e in 12 mesi del 31,4%. Pur nella volatilità impressionante di questo indice, che può talvolta registrare crolli improvvisi a doppia cifra il trend, anche in questo caso, appare stabile.
I motivi della crescita di lungo periodo
Secondo dati dell'Organizzazione mondiale della sanità nel 1950 la spesa degli americani per la salute calcolata in percentuale sul Pil ammontava al 6% della ricchezza prodotta annualmente dal Paese. Oggi questa percentuale è salita al 16,7% e le proiezioni statistiche indicano che aumenterà fino al 20% nei prossimi 10 anni.
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Alla base di questo impressionante incremento della spesa sanitaria vi è l'invecchiamento della popolazione. La generazione dei “baby boomers” , quella fascia di popolazione venuta al mondo tra gli inizi degli anni Cinquanta e la metà degli anni Sessanta del Novecento sta infatti avviandosi verso la pensione. Nei prossimi dieci-quindici anni la spesa sanitaria di questa generazione, dotata di abbondanti risorse finanziarie accumulate negli anni della grande crescita economica, conoscerà un aumento esponenziale. Da qui la previsione di forti incrementi dei profitti per le società farmaceutiche e più in generale per il comparto della salute.
Il trend è comune a tutte le economie sviluppate e interessa sia gli Stati Uniti che l'Europa che il Giappone. Intanto i nuovi protagonisti dell'area emergente si stanno affacciando sulla scena dei sistemi sanitari più avanzati. Nel caso delle nuove economie si tratta di modelli sanitari in pieno sviluppo e che impiegheranno ancora molti anni per raggiungere standard di servizio e di assistenza confrontabili con quelli delle economie avanzate. In ogni caso si tratta di una ulteriore fonte di domanda e di sviluppo per il mercato farmaceutico globale.
Il breve e il medio periodo
Guardando a un orizzonte temporale più breve “il settore farmaceutico è il comparto difensivo da noi preferito per il 2015 considerando l'andamento crescente dei ricavi sui mercati europei e statunitense e l'ampia generazione di cassa delle società del settore”, recita uno studio del Credit Suisse. La ricerca si concentra sulle società farmaceutiche europee e indica in Bayer, Novartis, Sanofi e Roche i principali vincitori della competizione nei prossimi mesi. La performance a tre anni dei due giganti svizzeri, Novartis e Roche è stata del 55 e del 64%. Risultati superiori al 70% sono stati registrati anche dai gruppi anglosassoni Pfizer, Merck e Astrazeneca.
Mentre nel comparto dei farmaci generici, un altro segmento in pieno sviluppo, aziende come la statunitense Actavis (+323% in tre anni), la sudafricana Aspen Pharmacare (+321%), l'indiana Mylan (quotata al Nasdaq, +142%), hanno registrato incrementi a tripla cifra.
Se guardiamo alle prospettive future gli analisti promuovono Pfizer con una percentuale del 63% di giudizi “buy” (che riflettono aspettative di crescita superiore alla media del mercato) su un totale di 27 studi dedicati alla società. Fortissimi anche il consenso per l'israeliana Teva, nei farmaci generici (buy al 59% del totale), mentre per l'indiana Mylan, ancora farmaci generici, la percentuale dei “buy” sale al 65,2% su un totale di 23 studi condotti sulla società.
La conglomerata delle biotecnologie BB Biotech, quotata a Milano e a Zurigo (in pratica un fondo di partecipazioni che investe nelle società più dinamiche del comparto biotech negli Stati Uniti e non solo) raccoglie infine una percentuale di giudizi “buy” del 63% su un totale di 30 studi. Il gruppo elvetico negli ultimi tre anni ha registrato una perfomance che sfiora il 300% (e che difficilmente potrà essere replicata).
Per gli investitori che non se la sentono di puntare su singoli titoli azionari il gruppo statunitense “TheStreet Ratings” ha selezionato gli Etf (i fondi indice) migliori per il 2015 dal punto di vista dell'efficienza e della liquidità. Tra questi: Fidelity Msci Healthcare Index ETF, iShares Us Healthcare Etf, iShares Global Healthcare Etf, Vanguard Healthcare Index Etf.
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