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Azioni (2018): come portare a casa il 6-8% OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Il 2018 sarà ancora l’anno delle azioni. Come costruire il portafoglio? Massimo Terrizzano, Responsabile Investimenti di BNP Paribas Asset Management SGR, spiega che i titoli europei, giapponesi e dei mercati emergenti hanno valutazioni più convenienti rispetto a quelli della borsa statunitense. Per i settori, invece, il 2018 potrebbe essere l’anno dei comparti ciclici e orientati alle esportazioni

Azioni (2018): come portare a casa il 6-8%

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Una cosa è certa: i risultati eccezionali del 2017 non si ripeteranno. Ma, al netto della volatilità, potranno andarci comunque abbastanza vicino. I mercati azionari nel 2018 continueranno a sovraperformare le altre classi di attivo, con rendimenti attesi che si potranno avvicinare anche al 6-8%. Ma bisogna scegliere i settori adatti che, in prospettiva, permetteranno di ottenere i risultati migliori. Dove investire? E come costruire il portafoglio del 2018? Massimo Terrizzano, Responsabile Investimenti di BNP Paribas Asset Management SGR spiega cosa accadrà nei prossimi mesi. Su quali settori puntare. Su quali aree geografiche orientarsi. E a quali rischi prestare attenzione.

OF: Il 2017 si è chiuso con performance a doppia cifra per l’azionario globale che, per la prima volta nella storia, ha fatto segnare guadagni per 12 mesi consecutivi. A cosa è dovuto questo risultato così sorprendente?
Terrizzano: L’andamento assai favorevole dei mercati azionari nel 2017 è dovuto ad una combinazione davvero straordinaria di fattori economici: tutte le principali aree geografiche hanno registrato un tasso di crescita sostenuto e l’inflazione è rimasta bassa, consentendo alle banche centrali di mantenere un atteggiamento accomodante. A sua volta, l’accelerazione della crescita ha stimolato l’aumento degli utili aziendali, mentre il basso livello dei tassi d’interesse ha convinto una platea sempre più ampia di investitori ad impiegare i loro capitali in borsa, provocando un’espansione dei multipli (valutazioni) di mercato.

OF: Con i tassi di interesse degli obbligazionari ancora a livelli bassissimi, secondo lei nel 2018 le azioni sovraperformeranno ancora le altre asset class? Ci sono già segnali che confermano questo trend?
Terrizzano: Attualmente vi sono tutte le premesse perché lo scenario di crescita sostenuta e bassa inflazione si confermi anche nei prossimi trimestri, consentendo alle banche centrali di ridurre solo gradualmente le misure di stimolo monetario, senza creare tensioni sui mercati finanziari. In queste circostanze gli investitori continueranno a privilegiare le attività più rischiose, come le azioni, a scapito degli impieghi obbligazionari, che dovrebbero essere penalizzati dall’atteso rialzo dei tassi.

OF: Eppure, durante l’estate la FED ha dichiarato che l'azionario è sopravvalutato e non corrisponde più ai valori dell'economia reale. Lei cosa ne pensa? Se è così, c'è un rischio bolla?
Terrizzano: Con riferimento al mercato azionario americano, non vi è dubbio che le valutazioni di borsa abbiano raggiunto livelli storicamente elevati, ma essi sono giustificati dalla crescita superiore alle aspettative degli utili aziendali e dal basso livello dei tassi d’interesse, che indeboliscono la concorrenza esercitata dagli investimenti obbligazionari. Non condividiamo, quindi, i timori di una bolla speculativa, ma è ovvio che l’investimento azionario presenta rischi di un’inversione di tendenza e, a nostro parere, nel 2018 il rischio maggiore è rappresentato da un rialzo imprevisto dell’inflazione.

OF: Il risultato eccezionale anche a livello italiano, con il Ftse Mib che ha guadagnato il 22% in un solo anno, ha portato un numero crescente di società di capitalizzare parte dei guadagni incamerati quotandosi a Piazza Affari. Pensa che questa tendenza sia destinata a consolidarsi?
Terrizzano: Il forte rialzo della borsa italiana nel 2017 è dovuto anche all’effetto dei Piani Individuali di Risparmio (PIR) che, attraverso l’incentivo fiscale, hanno avvicinato una nuova platea di risparmiatori all’investimento azionario. L’obiettivo del legislatore era quello di agevolare il finanziamento delle imprese italiane, comprese quelle di dimensioni medio-piccole. L’esordio a Piazza Affari di un gruppo numeroso di nuove aziende è il segnale che tale obiettivo può essere raggiunto e le nostre previsioni sono che il meccanismo di domanda e offerta di capitale di rischio possa consolidarsi negli anni a venire.

OF: Mi può fare un esempio di un portafoglio tipo, con classe di rischio medio-alta e quale può essere il rendimento atteso?
Terrizzano: Per un investitore con propensione al rischio medio-alta in questo momento consigliamo una combinazione tra investimenti obbligazionari-monetari (45%) e azionari (55%), che nelle condizioni attuali di mercato ha un rendimento atteso del 6-8%.

OF: Su quali azioni sarà meglio orientarsi? Ci sono settori che in previsione performeranno meglio di altri?
Terrizzano: Dal punto di vista geografico le nostre preferenze sono, al momento, orientate verso le azioni europee (zona EMU), giapponesi e dei mercati emergenti, in quanto offrono potenzialità di crescita degli utili analoghe (o perfino superiori) a quelle della borsa statunitense, ma con un livello di valutazione più conveniente. Dal punto di vista settoriale raccomandiamo di investire nei comparti ciclici e orientati alle esportazioni.

OF: Sarà meglio puntare sul mercato italiano, europeo o globale?
Terrizzano: L’Italia, come detto in precedenza, dovrebbe beneficiare di una combinazione favorevole tra ripresa economica, espansione degli utili aziendali, basse valutazioni e forte domanda da parte degli investitori individuali attraverso il meccanismo dei PIR.

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