SOMMARIO
È la nuova società di Credem specializzata in finanziamenti per le famiglie. Inclusi quelli per l’acquisto della prima casa, per donazioni sull’immobile e all'asta. Ha condizioni diverse rispetto a quanto proposto nelle filiali della banca. Per conoscere nel dettaglio le caratteristiche dell'offerta e i progetti futuri OF Osservatorio Finanziario ha intervistato Lorenzo Montanari, Amministratore Delegato e Direttore Generale della società
Si chiama Avvera. E ha un obiettivo: 500 milioni di euro di mutui nel 2020
Presentata ufficialmente a inizio ottobre 2019, la nuova società Avvera del Gruppo Credem si presenta come intermediatore finanziario e si focalizza su tutti i finanziamenti per la famiglia: prestiti personali, finalizzati, cessione del quinto e mutui. In alcuni casi si tratta di prodotti già sviluppati in precedenza, anche in considerazione del fatto che Avvera nasce dopo la chiusura della precedente società del Gruppo, Creacasa, operativa nel settore dei finanziamenti per la casa.
Tuttavia, Avvera si presenta con nuovi modelli di business, alcuni ancora in fase di messa a punto.
Ma quali sono gli obiettivi? E cosa caratterizza l’offerta dei mutui? OF Osservatorio Finanziario lo ha chiesto a Lorenzo Montanari, Amministratore Delegato e Direttore Generale della società.
OF: Partiamo dal contesto generale. Come sta andando in Italia il comparto mutui?
Montanari: È un settore che ha ancora luci e ombre. Il mercato non è ancora caratterizzato da una crescita costante. In termini di domanda, nella prima parte dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2018 ci sono stati andamenti non positivi. Con cali tra il 5% e il 6%. Mentre da giugno in poi si è iniziato a osservare un miglioramento, con una crescita della domanda. Ritengo però, che la situazione sia ancora non stabile.
OF: In questo contesto, però, si segnala ancora una volta il ritorno delle surroghe.
Montanari: Sì, il mercato al momento è ancora fortemente influenzato dalle surroghe. Si pensava che questo fosse un fenomeno finito già nel 2018, ma questo ulteriore ribasso dei tassi ha reso interessanti, per una potenziale surroga, anche finanziamenti erogati solo 18-24 mesi fa. La continua diminuzione dei tassi, quindi, non fa altro che alimentare la surroga. Che si fermerà quando i tassi risaliranno o si stabilizzeranno.
OF: Nel 2022 cambierà l’Euribor: quale sarà l’impatto per le banche anche in relazione all’adeguamento al nuovo tasso €STR?
Montanari: Per quanto riguarda l’Euribor si tratta semplicemente di una nuova modalità di calcolo. Infatti, se prima questo calcolo era effettuato sulle principali 10 banche ora si utilizza un metodo più solido, con una verifica automatica sui veri prezzi delle transazioni del denaro. Quindi, non si prevedono grandi variazioni legati a questa nuova modalità.
OF: Quindi anche per i clienti non ci saranno implicazioni in questo senso.
Montanari: Esattamente. Quello che potrà ancora portare a un calo delle rate dei mutui è l’ulteriore compressione dei tassi, legata al fatto che la BCE riduca ulteriormente il tasso sui depositi e quindi che nei prossimi 12-18 mesi ci sia un’ulteriore riduzione.
OF: A che livelli quindi si potrebbe arrivare?
Montanari: Pensiamo a un Euribor che possa arrivare a -0,55%/-0,60%. Questo è quindi quello che farà sì che le condizioni dei mutui risultino ancora più convenienti.
OF: Un argomento molto caldo sono i tassi negativi. E in altri paesi europei iniziano ad essere proposti mutui con Tan sottozero. Può succedere anche in Italia?
Montanari: Lo escludo, anche in futuro. Perché escludo che in Italia si possa arrivare a tassi negativi sui depositi. Quello che si sta vedendo in alcuni paesi europei, dove su cifre elevate si cominciano a pagare tassi negativi da noi difficilmente può accadere. C’è un etica diversa e il risparmio è molto tutelato, quindi le banche non saranno mai first-mover su questo argomento.
OF: Lo stesso quindi vale per i mutui?
Montanari: Esattamente. Non mi aspetto operazioni di mutuo a Tan negativo, solo per il semplice obiettivo da parte della banca di acquisire il cliente, per poi proporgli altre soluzioni come, ad esempio, quelle assicurative. Credo che il mutuo una sua remunerazione l’avrà sempre. Anche se, al momento, si tratta di una remunerazione molto compressa.
OF: Conviene ancora, quindi, vendere mutui?
Montanari: Si lavora su margini molto contenuti, ma il mutuo consente di acquisire un nuovo cliente, di fidelizzarlo e di fare cross-selling. Quindi rimane comunque un prodotto interessante.
OF: I mutui sono proprio uno dei prodotti proposti dalla nuova società del Gruppo Credem denominata Avvera, di cui lei è Amministratore Delegato. Quali sono le sue caratteristiche?
Montanari: I prodotti chiave di Avvera sono quattro: mutui per la casa, cessione del quinto, prestiti personali e prestiti finalizzati. Per quanto riguarda i mutui, si tratta di prodotti di Credem distribuiti da Avvera, ma che anche Credem vende direttamente nelle sue filiali.
OF: Il Gruppo ha puntato molto su questo prodotto.
Montanari: I risultati sono molto buoni, frutto anche di una politica importante, in termini di condizioni, che nell’ultimo anno e mezzo ha consentito a Credem di posizionarsi tra le migliori offerte. E nel 2019 è stato un prodotto trainante. In termini di produzione lorda, di mutui venduti, Credem e Avvera si attestano congiuntamente tra 1,2 e 1,4 miliardi. Cifre che non raggiungevamo da alcuni anni.
OF: In termini di offerta, quella di Avvera si differenzia in qualche modo da quella di Credem?
Montanari: I mutui commercializzati sono di Credem ma le caratteristiche sono differenti. Infatti, Avvera propone anche mutui con donazione sull’immobile e mutui in asta, che in Italia fanno in pochi. E vi è una differenza anche sul Loan to Value: noi arriviamo fino al 95% mentre nelle filiali Credem si può richiedere fino all’80%.
OF: Anche il target è diverso?
Montanari: L’offerta di Credem e quella di Avvera sono complementari. La prima si rivolge ai già clienti mentre la seconda ai nuovi clienti.
OF: Quali sono, infine, gli obiettivi a breve termine di Avvera?
Montanari: L’obiettivo per il 2020 è raggiungere quota 500 milioni di euro di nuovi mutui, 300 milioni circa di finanziato di cessione del quinto e 100 milioni tra prestiti finalizzati, prestiti personali venduti attraverso Avvera e soluzioni vendute ad altre banche. Questo perché la nostra società propone i propri prestiti anche a banche che non dispongono di queste soluzioni.