BANCO BPM: ANALISI DELLA FUSIONE IN LOMBARDIA
È il momento delle scelte. Il numero di conti correnti per sportello è di circa 1400. Si può puntare ai 2500 di Intesa Sanpaolo?
Tutti i giornali riportano che il nuovo gruppo Banco BPM è diventata la terza banca del
Paese, dopo Intesa Sanpaolo e UniCredit, scavalcando sia Monte dei Paschi di Siena che
il gruppo UBI Banca. Inoltre già si è osservato che le due banche (Banco Popolare e Banca
Popolare Milano) incidono sullo stesso territorio e quindi sarà necessario ottimizzare la
presenza locale favorendo l’accorpamento delle filiali. In questa analisi proviamo a dare
alcuni numeri relativamente alla Lombardia, dove la sovrapposizione è più marcata.
I dati dell’analisi si riferiscono al 30 giugno 2016.
A fine giugno, il gruppo Banco BPM aveva 2485 sportelli di cui un terzo (916) in
Lombardia. E, come si evince dal grafico sottostante, il gruppo diventa la prima banca
per presenza nella regione. Purtroppo, osservando il numero di conti correnti, la cui fonte
è OF PowerView Analytics™, la piattaforma di gestione di BIG DATA di OF Osservatorio
Finanziario, il gruppo perde tale primato e diventa seconda dopo Intesa Sanpaolo. Il gap,
inoltre, è veramente significativo, perché Intesa Sanpaolo gestisce circa 2 milioni di
conti, mentre le sue concorrenti si fermano solo a poco più di 1 milione.
Diventa quindi necessaria una ristrutturazione degli sportelli. Il punto di partenza è che
il numero di conti correnti per sportello è circa 1400. Possiamo prevedere tre scenari:
Banco BPM potrebbe puntare a 1800 conti per sportello, come Banca Popolare di
Sondrio, e questo comporterebbe una riduzione di circa 200 sedi. Potrebbe spingersi
ancora più su, e puntare a UniCredit che ha circa 2200 conti correnti per sportello. Ma
il numero di filiali da tagliare sarebbe molto elevato e si assesterebbe a 320. Il top è
comunque Intesa Sanpaolo, che attualmente gestisce circa 2500 conti per filiale. Ma a
questo punto sarebbero da tagliare addirittura 400 filiali. Quale strada intraprenderà?
Lo vedremo già nei prossimi mesi, anche se il primo scoglio, oltre alle trattative con
i sindacati, è sempre l’integrazione dei sistemi informativi che renderà certamente
lunga e onerosa la fusione di filiali di banche diverse.