TOO SMALL TO FAIL

Senza più prestiti, e con i costi dei conti correnti azzerati, l’unico servizio su cui le banche possono guadagnare sono le commissioni sul risparmio gestito. Ma è intervenuta la commissione europea che ha dettato regole sempre più stringenti per la gestione e la salvaguardia della clientela retail. E alle banche è rimasto poco su cui fare profitto. L’unica soluzione è tagliare i costi, automatizzare le operazioni dei conti correnti, ridurre i promotori ma cercando di aumentare la base degli investitori private e puntare a guadagnare sulla forchetta dei prestiti. Ma questo è possibile solo se ci sono economie di scala. Ma è necessario avere banche grandi, per avere economie di scala e riuscire a sopravvivere?

A partire dai dati di OF PowerView Analytics™ la piattaforma di gestione di BIG DATA di OF Osservatorio Finanziario, si può rispondere di no. È chiaro che la voce di costo più importante sono il personale e quindi gli sportelli. Ma non basta chiudere le filiali per andare meglio e spesso le piccole banche, più efficienti, non hanno mai dovuto ricorrere a questi rimedi. Ad esempio, MPS e Gruppo BPM, pur avendo tagliato rispettivamente circa il 30% e il 10% delle loro filiali, risultano essere nelle ultime posizioni in termini di numero di conti per sportello e rispetto al 2012 è cambiato poco (vedi grafi co in basso). Mentre Credem (-3% come numero di filiali) e Banca Popolare di Bari (+47% come numero di filiali per l’acquisizione della Cassa di Risparmio di Teramo) hanno ottimizzare i loro costi e hanno raggiunto un ottimo rapporto nel numero di conti per sportello.
La denatalità, i tassi bassi, la legislazione difensiva, richiedono una grande capacità di adattamento. Le banche piccole che non ce la fanno, vengono mangiate dalle grandi, ma parecchie medio-piccole, collocate in zone economiche rilevanti, stanno riuscendo a superare gli ostacoli che si stanno presentando.